Il numero di visitatori elencati rappresenta ciò che è stato riportato e registrato per questo film a partire dalla data di uscita.
Simon Wälti
Graziella Just
Oliver Merz
Luana Montanaro
Rainer Dunstheimer
Dall’1.1.2013, tutti i film proiettati pubblicamente nei cinematografi sono classificati per categorie d’età dalla "Commissione svizzera del film e della tutela dei giovani". L’età indicata ("Permesso a partire da") esprime il fatto che, a partire da quell’età, la visione del film non dovrebbe comportare alcun danno per un bambino/giovane. Un bambino/giovane che ha raggiunto tale età può dunque vedere il film da solo. Se egli è accompagnato da una persona detentrice dell’autorità parentale, tale soglia d’età può essere ridotta al massimo di due anni (ad esempio, "permesso a partire da 10 anni" significa che l’interessato che ha raggiunto tale soglia d’età potrà accedere da solo alla visione, mentre un interessato che ha raggiunto gli 8 anni d’età potrà accedervi solo se accompagnato da una persona detentrice dell’autorità parentale.
"Consigliato a partire da" significa che un bambino/giovane è in grado comprendere il contenuto del film a partire da quell’età.
Ulteriori informazioni all’indirizzo: filmrating.ch
CONTENUTO
La mamma di Jann è malata di Sclerosi Multipla da molti anni. Quando non è più in grado di parlare, il figlio comincia a interessarsi maggiormente della sua malattia. Nella speranza di saperne di più, il diciottenne inizia una ricerca che, attraverso impegnative indagini e la conoscenza di 15 persone ammalate di SM, lo porterà a decidere di girare un film proprio sulla sorte di alcune di loro. Sette persone raccontano il loro modo di vivere e di convivere con la malattia. Nonostante difficoltà a volte massicce, Luana, Bernadette, Rainer, Melanie, Oliver e Graziella riescono di tanto in tanto a godere, anche molto intensamente, della loro esistenza. Ma non è facile, come ben documentato dalle riflessioni sulla propria finitezza e sul suicidio. Nel film il regista elabora anche le esperienze vissute con la propria mamma. Cerca di capire perché lei ha scelto di rimuovere la malattia, e cerca di accettarne le scelte. Durante le riprese Jann Kessler si reca sempre più spesso nella casa di cura dove si trova la mamma, e le legge delle storie. In queste visite usa frequentemente la cinepresa, anche se la mamma non è più in grado di dare il suo assenso. Il regista ci offre così uno sguardo intimo nel suo processo elaborativo.
Il risultato è un film a più strati, in cui la fiducia è palpabile e in cui alle questioni difficili, così come ai bei momenti della esistenza umana, non si sfugge.
IMMAGINI
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